Il sentimento del mare by Evelina Santangelo

Il sentimento del mare by Evelina Santangelo

autore:Evelina Santangelo [Santangelo, Evelina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-05-02T12:00:00+00:00


Sopravvissuti

Siamo tutti e tre dei sopravvissuti, mi dico. Ma a questa conclusione arrivo alla fine, dopo aver ripensato alle parole degli apneisti Fausto Firreri e Gaetano Avarello, e anche alle mie in un momento preciso della mia vita.

C’è una foto che immortala quel momento. Mia figlia diciannovenne che mi abbraccia, io avvolta in un asciugamano appena uscita dall’acqua, i capelli spennacchiati, il corpo accartocciato dentro il telo da mare. E io che dico: «Mi sto rialfabetizzando alla vita». Era il primo bagno, il primo gesto significativo dopo che mi avevano aperto in due la cassa toracica, sfilato due arterie mammarie, rifatto le coronarie nuove per salvare il cuore. Ero convinta che mia figlia avesse ascoltato e basta, persino distrattamente. Una frase come un’altra. Invece poi ho visto la foto sul suo profilo Instagram e le mie parole riportate sotto. Mi sono commossa, non lo nego.

Con Fausto ci siamo incontrati una mattina d’estate in uno stabilimento sul mare non lontano da Mazara del Vallo. Una conversazione lunga quasi tre ore. C’era qualcosa di strano nell’aria. Tirava scirocco, eppure non sembrava scirocco. Io avevo visto nel paese sul Golfo dal quale ero partita il mare stirarsi verso il largo con quelle chiazze piú chiare e piú scure dipinte sulla superficie tesa. E lí, nella costa sud-ovest della Sicilia, il vento, mi ha spiegato, era sempre scirocco, ma umido, non secco da inaridire la bocca. E soprattutto, il mare portava verso riva. Sentivo tutto storto, e invece quel che io sperimentavo come un’anomalia dopo una vita di scirocchi a nord-ovest era il normale andamento del vento che nel paese sul Golfo, come in tutta la mia esperienza sino ad allora, era un vento di terra riarso, che venendo appunto dalla terra gela il mare, lo spinge verso il largo, mentre lí era un vento che veniva dal mare. Una banale questione di posizioni nella rosa dei venti. Il paese sul Golfo guarda a nord. Mazara del Vallo guarda a sud. Tutti i venti del quadrante sud sono venti di mare lí. L’ignoranza a volte è una benedizione: alimenta improvvisi stupori. E uno stupore quotidiano era in Perú vedere l’acqua andar via dal lavandino in senso antiorario. Stavo minuti a guardare quel mondo sottosopra, il mondo dell’altro emisfero. Per me era e resta una magia, come questo scirocco che tutta la vita ho visto tirare al contrario, in quella che per me era l’unica direzione possibile.

Divago? Divago, sí. Tutta la chiacchierata con Fausto è stata un continuo divagare. C’era un convitato di pietra che prima o poi avremmo chiamato dentro la conversazione. Intanto andavamo a ruota libera, a ondate di discorsi che ora si incrociavano ora si perdevano in lunghe digressioni. Ci abbiamo messo due ore e mezza per toccare l’incandescente. Ed è stato un viaggio comunque degno di essere raccontato. Fausto mi ha parlato del ciclo dell’unica pianta marina, la posidonia, il polmone del mare, che fiorisce e fa frutti e poi esplode nelle sue praterie subacquee d’estate. La nursery di molti pesci, mi ha spiegato, che lí depositano le uova.



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